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DISSERTAZIONE SOPRA LE DOTI DELLANIMA UMANA atto a dimostrare l’accecamento de’ nostri awersarj quanto la fol¬ le conchiusione del confutato argomento, nella quale il Sig.r Vol¬ taire francamente afferma la insufficienza del nostro raziocinio. Altra obbjezione oppon qui il Lokio, ed è, che ignorando noi la intima natura della materia conoscer non possiamo per niun conto se il pensiero sia ad essa conveniente. A questa ob¬ bjezione però chiaramente può venir soddisfatto qualor si con¬ siderino gli assurdi, che proverrebbono dalla congiunzione della materia, e del pensiero, i quali abbiamo poc’anzi esposti, e da essi potrà evidentemente comprendersi, che non potendo alla materia convenire i modi contraddittorj quantunque igno¬ risi la di lei natura può nondimeno sicuramente affermarsi, che il pensiero non può appartenergli. Ma ci oppone il principe de’ Materialisti, P|33| antico Epicu¬ ro, che le affezioni del corpo umano passano all’anima dell’uo¬ mo, cosicché l’anima avendo le stesse proprietà, e modificazio¬ ni, che ha il corpo manifestasi essere eziandìo della stessa so¬ stanza, e conseguentemente materiale, e mortale. Noi rispon¬ diamo, che le affezioni del corpo umano passando in qualche modo nell’anima dell’uomo mostrano, che questa è stretta- mente congiunta con quello non però mai, che sì il corpo, che l’anima sono ambedue della natura medesima. «Così, al dir del celeberrimo Porporato il Cardinale Melchiorre di Polignac nel suo Antilucrezio al libro quinto della mente; 321