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sopra la logica universalmente considerata |
torno al luogo di questa scienza, e intorno alla maggiore, o minore utilità che trar se ne può secondo la diversa sua posizione. Vogliono alcuni, tra quali il celebre Ab. Antonio Genovesi, che il suo studio collocar si debba dopo quello di tutte le altre Filosofiche dottrine affermando esser questo appunto quel luogo, in cui, è disposta la mente per mezzo de’ diversi dogmi, che ne’ passati studj abbondantemente s’acquistano a ricevere, percepire, e pienamente conoscere le verità dalla Logica enunciate ciò che avvenir non può certamente anteponendosi lo studio di questa scienza a quello degli altri Filosofici precetti.
Ma chi vi sarà mai di qualche superficial cognizione dotato, che l’error non comprenda in cui si ritrovano i seguaci di siffatta proposizione? Non è egli per se stesso evidente, che dessa non si appoggia, che sopra un falso argomento, che tutto sconvolge l’ordine delle scienze, la loro definizione, la loro utilità? Come può mai affermarsi, che per mezzo de’ dogmi, delle dottrine dei passati Filosofici studj si venga a disporsi per comprender dipoi, e gustare le Logiche verità quando al contrario dalla loro definizione sia evidentemente chiaro, che la Logica, è quella scienza, che le menti prepara alla cognizione del vero, il quale viene a noi esposto nelle seguenti Filosofiche dottrine? Da ciò chiaramente dimostrasi quello, che sin dal principio affermai, cioè, che la Logica è al dì d’oggi costretta ad assoggettarsi al voler di ciascuno, ed esser come il bersaglio delle più capricciose sentenze, e delle più barbare opinioni.