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DISSERTAZIONE SOPRA ALCUNE QUALITÀ DELL’ANIMO zio ma vien dalla natura medesima, il che è contrario alla defi¬ nizione della virtù. Questa qualità dell’animo si appalesa al discuoprir, che fa l’uomo alcun difetto in se stesso; quella, di cui siam per parlare si manifesta al conoscerne, che egli fa alcuno in altrui. Lo sde¬ gno adunque, di cui parla Aristotele si è quella proprietà dell’a¬ nimo, per cui l’uomo si commuove, e si turba al veder premia¬ to, ed esaltato il vizio, ed oltraggiata, e negletta la virtù. E seb¬ bene assai da pregiarsi sia questa qualità mentre colui, che sif¬ fattamente si commuove mostra aver grande amore all’ equità, ed odio al vizio, non può nondimeno chiamarsi virtù, mentre questo eziandio vien da natura, e non per abito, o per esercizio si |7o| acquista, il che è evidente. Egli è però certo, che quegli, il quale questa qualità non possiede avrà l’animo assai disposto al vizio mentre non rincrescendogli per niun modo l’oppression della virtù, mostrasi assai inclinato ad opprimerla egli medesi¬ mo qualora ne abbia occasione. Eccoci alla più interessante delle qualità dell’animo umano, di cui parliamo, ed è questa l’amicizia. Innumerabili poeti, e fi¬ losofi sì de’ passati tempi, che de’ presenti non han lasciato, e non lasciano di deplorare la rarità della vera amicizia. «Vulgare amici nomen sed rara est fides» I.3. f.9. esclama il moral Liberto d’Augusto confermando poi la sua sentenza con un detto del principe, e padre de’ Filosofi morali, che angusta casa essendosi fabbricata « Utinam inquit veris hanc amicis impleam!» ibid. 287