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DISSERTAZIONE SOPRA LE VIRTÙ INTELLETTUALI per cagion d’esempio del giuocare sia contraria all’onestà, non riguardando l’azione indicata, che nella sua natura spogliando¬ la di quasi tutte le sue circostanze. Che se poi egli consideri se l’azion del giuocare sia a lui conveniente avendo riguardo alle sue sostanze, al tempo, al luogo, e a tutto quel, che accompagna l’azion del giuocare pronto a determinare la sua volontà a se¬ conda della decisione della sua prudenza il giudicio sarà prati¬ co, e pratica per tal cagione dovrà chiamarsi ancor la prudenza. L’arte, che è la seconda delle virtù intellettuali spettanti alla facoltà deliberativa è un abito, per cui l’uomo facilmente, e prontamente conosce |62| ciò, che può essere idoneo ad abbelli¬ re, e perfezionar quell’azione, che scortato dalla prudenza egli va ad intraprendere. E certo sarà assai debole, per non dire inu¬ tile l’arte qualora la prudenza fatta non le abbia strada mo¬ strando all’uomo quale azione a lui si convenga di fare giacché se egli oprando senza prudenza imprenda a far ciò, che non è a lui convenevole, poco certamente varrà che egli si studj di ab¬ bellire, e perfezionare la sua operazione. Laonde può dirsi, che la prudenza sia all’arte necessaria, e che questa non possa quasi senza quella sussistere. Ma è tempo di passare a quella virtù, cui diè Aristotele il no¬ me di oocpia, vale a dire sapienza, il qual vocabolo da’ diversi morali Filosofi vien diversamente interpretato. Prima di passa¬ re alle loro opinioni apporterem qui brevemente la definizio¬ ne, che ne diede Aristotele. Egli disse adunque esser la sapienza una scienza, e un intelletto di cose per propria natura nobilissi¬ me. Disse ancora che la scienza versa soltanto intorno alle con- 281