Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
DISSERTAZIONE SOPRA LE VIRTÙ INTELLETTUALI non consideri le cose, che in quanto son da conoscersi potendo essa non conoscerle come elleno sono realmente, ed in questo ingannarsi, e rimaner delusa. Vedesi adunque assai chiaramen¬ te, che il soggetto della virtù intellettuale altri non è se non quegli, nel quale risiede l’abito di giudicare, e conoscere retta- mente ma non in quanto egli scherza, o parla, o scrive, o vuole, bensì in quanto egli conosce, e giudica. Così la materia della virtù intellettuale sono le cose medesime, ma solo in quanto esse son da conoscersi. Or volendo noi con la possibile brevità trattare di questa virtù, per cui l’uomo giunge a conoscere ciò, che oprar deve, e ciò, che |5ó| deve fuggire, e vien reso abile a giudicar rettamente su tutto quello, che cade sotto i suoi sensi la divideremo conforme fece Aristotele nell’intelletto, nella scienza nella prudenza, e nell’arte, e parleremo separatamente di tutte queste virtù. Passeremo quindi a parlare di una virtù, cui Aristo¬ tele diè il nome di ocxpia vale a dire sapienza, sulla quale varie questioni furon mosse da’ morali Filosofi, e cercheremo final¬ mente se la virtù intellettuale sia necessaria alla felicità. La facoltà contemplativa comprende due virtù, l’una delle quali versa intorno ai principj, e l’altra intorno alle conseguen¬ ze. Si dà alla prima il nome d’intelletto, ed alla seconda il nome di scienza. L’intelletto è dunque una virtù, che versa intorno ai principj, ossìa intorno a quelle verità, che non han bisogno di dimostrazione. Potrà qui forse richiedersi come possa l’intel- 277