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DISSERTAZIONE SOPRA LE VIRTÙ MORALI IN PARTICOLARE giusto di ciò, che Temistocle avea immaginato. Ciò solo fu ba¬ stante a fare, che nulla si effettuasse di quanto Temistocle avea proposto. Pone qui in campo Aristotele una questione, nella quale a sostener prende la parte affermativa, ed è questa: se avendosi una virtù in grado eccellentissimo si abbian tutte. Checche sia dell’opinione d’Aristotele, sopra la quale non istimiamo op¬ portuno il trattenerci, osserverem di passaggio esser la parte af¬ fermativa assai consentanea alla retta ragione giacché colui, che per qualche parte è virtuoso in grado eccellentissimo mostra avere un grande amor per l’onesto, il che fa, che egli sia virtuo¬ so per ogni parte. Che se alcuna virtù egli trovasi inabile ad esercitare come sarebbono la magnificenza la liberalità, e simili ciò non fa, che egli non le possegga, mentre la sua volontà sa¬ rebbe disposta ad esercitarle qualora ne avesse i mezzi. Alle finquì indicate virtù sono opposte le colpe, ed i (53 j vizi. Colpa è tutto quello, che discorda da ciò, che l’onesto ci impo¬ ne, vizio è un abito di commetter colpe. Ed è da avvertirsi, che colpa non è se non ciò, che discorda dall’onesto in quanto egli commanda, e non in quanto egli consiglia, mentre vi sono al¬ cune cose, le quali sono soltanto suggerite dall’onestà, e il di¬ scordar da queste non è colpa. Nè credo qui necessario il dimo¬ strare potere una colpa esser maggiore di un’altra, il che pazza¬ mente secondo il lor solito negaron gli Stoici essendo assai chiaro, che quell’azione, la quale discorda dall’onesto in tutte 273