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1 DISSERTAZIONI MORALI «Exegi monumentum aere perennius, Regalique situ pyramidum altius... Non omnis moriar multaque pars mei Vitabit Libitinam. Usque ego posterà Crescam laude recens dum Capitolium Scandet cum tacita Virgine Ponti/ex. etc. ed altrove: Libera per vacuum posui vestigia princeps Non aliena meo pressi pede» le quali parole però, sebbene non sia disdicevole |48| ad un poeta lodar talvolta se stesso parran forse ad alcuni soverchio ampollose. Gli estremi di questa virtù facilmente potran cono¬ scersi da quanto abbiam detto. La Gentilezza è quella virtù, per cui l’uomo loda, ed approva le altrui operazioni per solo fine di onestà, e secondo ragione. Colui, che per una specie d’amor proprio non s’induce, che a stento a lodar altri cade nel difetto della virtù, di cui parliamo, come nell’eccesso trascorre colui, che qualsivoglia altrui opera¬ zione loda, ed approva senza ragionevol causa, e per fine d’in¬ teresse, o di propria utilità. Quinto Orazio Fiacco propone nella sua poetica come modello di gentilezza Quintilio, il quale giammai adular non sapea, ma semplicemente esponendo la sua opinione lodar soltanto quanto ragion richiedeva. La piacevolezza si è quella virtù, per cui l’uomo tien lieti i suoi compagni col mezzo di motti arguti, e faceti, la qual virtù se alcun trascurasse essendo per natura disposto ad esercitarla 270