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DISSERTAZIONI MORALI modello di liberalità specialmente verso i letterati. Colui, che dona ad altri il suo smodatamente, ed oltre le proprie forze tra¬ scorre nell’eccesso della liberalità come nel difetto cade colui, che troppo è rattenuto, e ristretto nel far parte ad altri de’ proprj beni. Nè questi due estremi della liberalità possono al¬ trimenti chiamarsi l’uno prodigalità l’altro avarizia come poco ragionevolmente si usa nel volgare discorso giacché può uno esser prodigo solo nello spendere pei passatempi, e pei giuochi, e pure essere nel donare ristrettissimo, e così può uno non es¬ ser liberale ma non perciò avaro, ed anzi esser prodigo. E qui si vede assai chiaramente quanto dalla retta Filosofia si allontani¬ no le popolari opinioni, e quanto poco sien sufficienti ad espri¬ mere i caratteri di una virtù, o di un vizio le definizioni del volgo. La magnificenza fa, che l’uomo adequatamente, e come ra¬ gion vuole faccia le grandi spese, che occorrono, e che sono quasi necessarie al proprio decoro. Ed in ciò differisce la ma¬ gnificenza dalla liberalità, |4ó| che questa consiste nel donare moderatamente, e quella nello spendere come si conviene nel¬ le particolari occorrenze. Presso i Romani la necessità, in cui 268