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DISSERTAZIONE SOPRA LA VIRTÙ MORALE IN GENERALE in un certo mezzo tra l’eccesso, e il difetto, alchè noi rispondia¬ mo, che materia della virtù esser non possono, che le passioni essendo evidente, che l’uomo abbraccierebbe assai facilmente la virtù qualora non ne fosse impedito dalle passioni, le quali egli vince per mezzo di un abito, o di un uso che egli contrae a far ciò, che gl’impongono le leggi naturali, e a fuggire ciò, che queste gli vietano, (351 laonde la virtù altro non essendo, che questo abito, egli è assai chiaro, che le passioni sono la materia della virtù. E riguardo alla seconda delle proposte questioni noi affermiamo, che la virtù, e per cagion d’esempio la fortezza è posta tra due estremi l’uno de’ quali degenera in audacia l’altro cade in pusillanimità, il che è assai evidente per se medesimo nè ha bisogno di dimostrazione. Non è però da supporsi che la virtù non sia posta, che in un sol punto, avanti, o dopo il quale virtù ritrovarsi non possa come opinarono stoltamente gli Stoi¬ ci, giacché chi negherà, che l’uomo esser possa più, o meno li¬ berale senza degenerare in avaro, o in prodigo, più, o meno clemente senza degenerare in rigoroso, o in ingiusto, più, o meno mansueto senza degenerare in istupido, o in iracondo? Un vento chiamasi da’ naviganti moderato allorquando esso non è nè troppo gagliardo nè troppo debole non allorquando la sua forza è in un punto tale, che non può essere nè maggiore nè minore senza degenerare in troppa violenza, o in troppa fie¬ volezza. Lo stesso deve dirsi delP|36| uom virtuoso, a cui si con¬ verrà un tal nome quando la sua virtù non degenera in eccesso, 259