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DISSERTAZIONI MORALI Posta adunque questa ipotesi egli è assai facile il comprende¬ re come un uomo esser possa più felice di un altro giacche co¬ lui, che è più giusto più temperante, più prudente, e più forte, colui, che meglio segue i dettami della ragione, colui finalmen¬ te, cui meno rimane a desiderare di quei beni, che si convengo¬ no alla natura dell’uomo, e specialmente in quanto egli è crea¬ tura ragionevole sarà più felice di quelli, cui più rimane a desi¬ derare di quei beni, che alla natura dell’uomo si confamio. Nè occorre qui combatter P opinione degli Stoici, i quali afferman¬ do, che felice esser non può se non quello, che pervenne ad un tal grado di virtù, che non può giammai dagli uomini oltrepas¬ sarsi vengono a dedurne, che l’uno non può essere più felice del¬ l’altro. La falsità di questa proposizione viene bastantemente di¬ mostrata dalla falsità del principio medesimo, da cui vien |i6| de¬ dotta essendo assai chiaro, che un uomo può chiamarsi virtuoso, e felice sebbene giunto non sia ad un tal grado di virtù, che giammai non possa dagli uomini oltrepassarsi. Se si ammettesse diffatto l’opinion degli Stoici l’acquisto della Felicità sarebbe non solo difficilissimo ma, quasi dissi, impossibile. Ma di ciò si è detto abbastanza: parleremo ora delle varie maniere di beni. Sonovi alcuni, i quali dividono i beni in dilettevoli, ed onesti. In ciascuno di questi beni ritrovasi il piacere con questa diffe¬ 246