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DISSERTAZIONE SOPRA L’ESTENSIONE mensioni lunghezza, cioè, larghezza, ed altezza, o profondità-, cia¬ scuna delle quali vien contenuta tra i limiti determinati, e lo spazio, che passa tra di essi è quello, che propriamente appella¬ si estensione. Queste tre dimensioni sono comuni universal¬ mente a tutti i corpi poiché, al dir di Brisson, «ciascun corpo per quanto piccolo esso sia ha sempre un di sotto, e un di sopra una parte anteriore, e una parte posteriore, un lato sinistro, ed uno lato destro, e tutto ciò preso insieme Jorma una lunghezza, una larghezza, ed una grossezza ...E vero, che non vediamo queste dimensioni in tutti i corpi; ve ne son di così piccioli, che i nostri occhi non possono scorgerli nè la no¬ stra mano distinguerli, |6i| ma siccome in tutti i corpi che cadono sotto i nostri sensi troviamo quest’estensione possiamo affermare, che ella è pro¬ pria di tutti i corpi in generale». Varie sono come dicemmo quelle proprietà dei corpi, che appartengono alla loro estensione. Di questo numero sono l’impenetrabilità, e penetrabilità dei corpi. Ambedue spettano a qualsivoglia ente materiale, e debbono annoverarsi fra quelle, che formano il carattere della sostanza corporea. La penetrabi¬ lità è quella, per mezzo di cui un corpo dà libero accesso in se medesimo ad altro corpo di lui più sottile. Ciò avviene con l’a- juto dei pori ossia di alcuni tenuissimi forami, che in minima distanza l’uno dall’altro si ritrovano nei corpi ancor più com¬ patti. Il chiarissimo Dufai nei Monumenti Parigini accenna una specie di liquore, col quale se venga delineata alcuna immagine sopra la superficie ancora de’ marmi più duri potrà la medesi¬ ma distinguersi fino sull’altra superficie del marmo, il che non potrebbe avvenire se per mezzo dei pori non fosse il liquore 161