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DISSERTAZIONE SOPRA LA GRAVITÀ cominciando dal punto della sua elevazione I39I va sino a quello, in cui egli era in perfetta quiete prima del sofferto innalzamen¬ to. Quivi giunto, e per la forza d’inerzia, che lo costringe a mantenere lo stato di moto, e per quella, che ha acquistata nella sua caduta si porta ad un’altezza orizontale al punto della sua prima elevazione, e quindi ricadendo per la sua gravità s’innal¬ za sempre nel modo istesso, che abbiam detto ai punti medesi¬ mi per delle vibrazioni isocrone cioè dell’istessa durata; onde un pendolo mosso una volta sarà sempre in perpetuo moto; ciò che avvenir dovrebbe se esso non fosse soggetto a verun impe¬ dimento, ma l’aria, che egli è costretto a rompere per aprirsi il passo, e gli attriti del punto di sospensione ritardano a grado a grado il suo moto ed abbreviano le sue vibrazioni sino a ridur¬ lo allo stato di quiete cose tutte, che dalla comune esperienza vengon dimostrate. Ogni corpo allor che discende ad ogni |4o| momento acquista una maggiore accelerazione per mezzo della forza di gravità «poiché, al dir del celeberrimo Poli, non lascia ella giammai di ac¬ compagnare il mobile ne’ varj successivi punti dello spazio, per cui va egli scendendo di mano in mano, e la velocità generata in ciascun istante non si distrugge, ma coopera con quella dell’istante, che segue attesa la Forza d’inerzia, onde non si avrà difficoltà di convenire, che in tempi uguali si aggiungeranno al mobile uguali gradi di velocità. Quindi la velocità ac¬ quistata nel secondo istante sarà doppia della prima quella del terzo sa¬ rà tripla quella del quarto sarà quadrupla, e così in appresso, e conse¬ guentemente il moto di un tal corpo sarà uniformemente accelerato. La velocità poi, che cotesto corpo troverassi avere nel fine della sua caduta sarà come il numero degl’istanti impiegati nel discendere, e quindi sarà la somma di tutte le velocità parziali acquistate in ciascheduno di essi ». Un corpo scagliato verticalmente in alto cessato l’impeto 143