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        E tu dal mar cui nostro sangue irriga,
Candida luna, sorgi,
E l’inquieta notte e la funesta
A l’ausonio valor campagna esplori.
80Cognati petti il vincitor calpesta,
Fremono i poggi, da le somme vette
Roma antica ruina;
Tu sì placida sei? Tu la nascente
Lavinia prole, e gli anni
85Lieti vedesti e i memorandi allori;
E tu su l’alpe l’immutato raggio
Tacita verserai quando ne’ danni
Del servo italo nome,
Sotto barbaro piede
90Rintronerà la solitaria sede.