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Di colpa ignare e di lor proprii danni
Le fortunate belve
Serena adduce al non previsto passo
La tarda età. Ma se spezzar la fronte
65Ne’ rudi tronchi, o da montano sasso
Dare al vento precipiti le membra,
Lor suadesse affanno,
Al barbaro desio nulla contesa
Legge arcana farebbe
70O tenebroso ingegno. A voi, fra quante
Stirpi il cielo avvivò, l’aprica stanza,
Soli, di Prometéo nepoti, increbbe:
A voi le morte ripe
(Se ’l fato ignavo pende)
75Soli, o miseri, a voi Giove contende.