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Vano dirai quel che disserra e scote
De la virtù nativa
Le riposte faville? e che del fioco
30Spirto vital ne gli egri petti avviva
Il caduco fervor? Le meste rote
Da poi che Febo instiga, altro che gioco
Son le cure mortali? ed è men vano
De la menzogna il vero? A noi di lieti
35Inganni e di felici ombre soccorse
Natura istessa; e là dove l’insano
Costume a i forti errori esca non porse,
Ne gli ozi infermi e nudi
Mutò la plebe i gloriosi studi.