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        Bennato ingegno, or quando altrui non cale
De’ nostri alti parenti,
A te ne caglia, a te cui fato aspira
Benigno sì che per tua man presenti
50Paion que’ giorni allor che da la dira
Obblivíone antica ergean la chioma,
Con gli studi sepolti,
I vetusti Divini a cui Natura
Parlò nè disvelossi, onde i riposi
55Magnanimi allegràr d’Atene e Roma.
Oh tempi oh tempi avvolti
In sonno eterno. Allora anco immatura
La ruina d’Italia, anco sdegnosi
Eravam d’ozio turpe, e l’aere a volo
60Una favilla ergea da questo suolo.