Padre, se non ti sdegni,
Mutato se’ da quel che fosti in terra.
Morian per le rutene 140Squallide piagge, ahi d’altra morte degni,
Gl’itali prodi; e lor fea l’aere e ’l cielo
E gli uomini e le belve immensa guerra.
Cadeano a squadre a squadre
Semivestiti, maceri e cruenti 145Ed era letto a gli egri corpi il gelo.
Allor, quando traean l’ultime pene,
Membravan questa desiata madre,
Dicendo; oh non le nubi e non i venti,
Ma ne spegnesse il ferro, e pel tuo bene 150O patria nostra. Ecco da te rimoti,
Quando più bella a noi l’età sorride,
A tutto il mondo ignoti,
Moriam per quella gente che t’uccide.