Pagina:Leopardi - Canzoni, Nobili, Bologna 1824.djvu/181


(181)


miracolo come quelli delle Trasformazioni d’Ovidio. Già sai che da un pezzo addietro non è cosa più giornaliera e che faccia meno maraviglia del veder la gente effeminata. Ma lasciando questo, considera primieramente che la voce margine, in quanto significa estremità, orlo, riva, ha l’uno e l’altro genere; e secondariamente che margine e margo non sono due parole, ma una medesima con due varie terminazioni, quella del caso ablativo singolare di margo voce latina, e questa del nominativo. Dunque, siccome dicendo, per esempio, imago in vece d’imagine, tu non fai mica una voce mascolina, ma femminina, perchè imagine è sempre tale; parimente se dirai margo in iscambio, non di margine sostantivo mascolino, ma di quell’altro margine ch’è femminino, avrai margo non già maschio, non già ermafrodito, ma tutto femmina bella e fatta in un momento, come la sposa di Pigmalione, che fino allo sposalizio era stata di genere neutro. O pure (volendo una trasmutazione più naturale) come l’amico di Fiordispina, se non che questa similitudine cammina a rovescio del caso nostro in quanto ai generi.