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tengono alla cosmografia, non sapendo quello che il sole nel tempo della notte operasse o patisse, fecero intorno a questo particolare molte e belle immaginazioni, secondo la vivacità e la freschezza di quella fantasia che oggidì non si può chiamare altrimenti che fanciullesca, ma pure in ciascun’altra età degli antichi poteva poco meno che nella puerizia. E s’alcuni s’immaginarono che il sole si spegnesse la sera e che la mattina si raccendesse, altri si persuasero che dal tramonto si posasse e dormisse fino all’aggiornare; e Mimnermo poeta greco antichissimo pone il letto del sole in un luogo della Colchide. Stesicoro1, Antimaco2, Eschilo3, ed esso Mimnermo4 più distintamente degli altri dice anche questo, che il sole dopo calato si pone a giacere in un letto concavo a uso di navicella, tutto d’oro, e così dormendo naviga per l’Oceano da ponente a levante.

  1. ap. Athenaeum, l. 11, c. 38. Ed. Schweighäuser, tom. 4, p. 237.
  2. ap. eumd. loc. cit. p. 238.
  3. Heliad. ap. eumd. l. c.
  4. Nannone, ap. eumd. loc. cit. c. 39, p. 239.