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QUAL sì come acerbamente infiamma Il petto a me (parla d’Amore), così benigno e pio A tutti i voti tuoi cortese ASPIRI. E prima1 avea detto parimente d’Amore: Così BENIGNO A i miei bei voti ASPIRI. Similmente dice in persona di Paride2: Nè leve ASPIRA A l’alta impresa mia negletto NUME. E in persona di Leandro3: O benigna del ciel notturna LUCE (viene a dir la luna), Siami benigna ed AL mio nuoto ASPIRA. Così anche in altri luoghi4.
VI, 3. Quand’oltre a le colonne, ed oltre ai liti
Cui strider parve in seno a l’onda il sole.
Di questa fama anticamente divulgata, che in Ispagna e in Portogallo, quando il sole tramontava, s’udisse a stridere di mezzo al mare a guisa che fa un carbone o un ferro rovente che sia tuffato nell’acqua, sono da vedere il secondo libro di Cleomede5,