Vissero i fiori e l’erbe, 40Vissero i boschi un dì. Conscie le molli
Aure, le nubi e la titania lampa
Fur de l’umana gente, allor che ignuda
Te per le piagge e i colli,
Ciprigna luce, a la deserta notte 45Con gli occhi intenti il viator seguendo,
Te compagna a la via, te de’ mortali
Pensosa immaginò. Che se, gl’impuri
Cittadini consorzi e le fatali
Ire fuggendo e l’onte, 50Gl’ispidi tronchi al petto altri ne l’ime
Selve remoto accolse,
Viva fiamma agitar l’esangui vene,
Spirar le foglie, e palpitar segreta
Nel doloroso amplesso 55Dafne o la mesta Filli o di Climene
Pianger credè la sconsolata prole
Quel che sommerse in Eridano il sole.