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lo questo non possiamo tener le lagrime a leggerla semplicemente come passasse, e ventitrè secoli dopo ch’ell’è seguita; abbiamo a far congettura, di quello che la sua ricordanza dovesse potere in un greco, e poeta, e de’ principali, avendo veduto il fatto si può dire, cogli occhi propri, andando per le stesse città vincitrici d’un esercito molto maggiore di quanti altri si ricorda la storia d’Europa, venendo a parte delle feste, delle maraviglie, del fervore di tutta una eccellentissima nazione, fatta anche più magnanima della sua natura dalla coscienza della gloria acquistata, e dall’emulazione di tanta virtù dimostrata pur allora dai suoi. Per queste considerazioni riputando a molta disavventura che le cose scritte da Simonide in quella occorrenza fossero perdute, non ch’io presumessi di riparare a questo danno, ma come per