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     Oh venturose e care e benedette
Le antich’età che a morte
Per la patria correan le genti a squadre,
E voi sempre onorate e gloriose,
65O Tessaliche strette
Dove la Persia e ’l fato assai men forte
Fu di poch’alme franche e generose.
Io credo che le piante e i sassi e l’onde
E le montagne vostre al passeggere
70Con indistinta voce
Narrin, sì come tutte quelle sponde
Coprir le invitte schiere
De’ corpi ch’a la Grecia eran devoti.
Allor vile e feroce
75Serse per l’Ellesponto si fuggìa
Fatto ludibrio a gli ultimi nipoti,
E sul colle d’Antela ove morendo
Si sottrasse da morte il santo stuolo
Simonide salìa
80Guardando l’etra e la marina e ’l suolo.