Pagina:Leopardi - Canti, Starita, Napoli 1835.djvu/56

50 inno

La riparata gente. Agl’inaccessi
Regni del mar vendicatore illude
Profana destra, e la sciagura e il pianto
70A novi liti e nove stelle insegna.

     Or te, padre de’ pii, te giusto e forte,
E di tuo seme i generosi alunni
Medita il petto mio. Dirò siccome
Sedente, oscuro in sul meriggio all’ombre
75Del riposato albergo, appo le molli
Rive del gregge tuo nutrici e sedi,
Te de’ celesti peregrini occulte
Beàr l’eteree menti; e quale, o figlio
Della saggia Rebecca, in su la sera,
80Presso al rustico pozzo e nella dolce
Di pastori e di lieti ozi frequente
Aranitica valle, amor ti punse
Della vezzosa Labanide: invitto
Amor, ch’a lunghi esigli e lunghi affanni
85E di servaggio all’odiata soma
Volenteroso il prode animo addisse.

     Fu certo, fu (nè d’error vano e d’ombra
L’aonio canto e della fama il grido
Pasce l’avida plebe) amica un tempo
90Al sangue nostro e dilettosa e cara
Questa misera piaggia, ed aurea corse