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40 bruto minore


     Spiace agli Dei chi violento irrompe
Nel Tartaro. Non fora
Tanto valor ne’ molli eterni petti.
Forse i travagli nostri, e forse il cielo
50I casi acerbi e gl’infelici affetti
Giocondo agli ozi suoi spettacol pose?
Non fra sciagure e colpe,
Ma libera ne’ boschi e pura etade
Natura a noi prescrisse,
55Reina un tempo e Diva. Or poi ch’a terra
Sparse i regni beati empio costume,
E il viver macro a nove leggi addisse;
Quando gl’infausti giorni
Virile alma ricusa,
60Riede natura, e il non suo dardo accusa?

     Di colpa ignare e di lor proprii danni
Le fortunate belve
Serena adduce al non previsto passo
La tarda età. Ma se spezzar la fronte
65Ne’ rudi tronchi, o da montano sasso
Dare al vento precipiti le membra,
Lor suadesse affanno;
Al misero desio nulla contesa
Legge arcana farebbe
70O tenebroso ingegno. A voi, fra quante
Stirpi il cielo avvivò, soli fra tutte,

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