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Poi che divelta, nella tracia5 polve
Giacque ruina immensa
L’italica virtute, onde alle valli
D’Esperia verde, e al tiberino lido,
5Il calpestio de’ barbari cavalli
Prepara il fato, e dalle selve ignude
Cui l’Orsa algida preme,
A spezzar le romane inclite mura
Chiama i gotici brandi;
10Sudato, e molle di fraterno sangue,
Bruto per l’atra notte in erma sede,
Fermo già di morir, gl’inesorandi
Numi e l’averno accusa,
E di feroci note
15Invan la sonnolenta aura percote.
Stolta virtù, le cave nebbie, i campi
Dell’inquiete larve
Son le tue scole, e ti si volge a tergo
Il pentimento. A voi, marmorei numi,