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ad angelo mai 27

Si componea l’umana vita: in bando
Li cacciammo: or che resta? or poi che il verde
È spogliato alle cose? Il certo e solo
120Veder che tutto è vano altro che il duolo.

     O Torquato, o Torquato, a noi l’eccelsa
Tua mente allora, il pianto
A te, non altro, preparava il cielo.
Oh misero Torquato! il dolce canto
125Non valse a consolarti o a sciorre il gelo
Onde l’alma t’avean, ch’era sì calda,
Cinta l’odio e l’immondo
Livor privato e de’ tiranni. Amore,
Amor, di nostra vita ultimo inganno,
130T’abbandonava. Ombra reale e salda
Ti parve il nulla, e il mondo
Inabitata piaggia. Al tardo onore (4)
Non sorser gli occhi tuoi; mercè, non danno,
L’ora estrema ti fu. Morte domanda
135Chi nostro mal conobbe, e non ghirlanda.

     Torna torna fra noi, sorgi dal muto
E sconsolato avello,
Se d’angoscia sei vago, o miserando
Esemplo di sciagura. Assai da quello
140Che ti parve sì mesto e sì nefando,
È peggiorato il viver nostro. O caro,