Che lasciaron quei felli?
Qual tempio, quale altare o qual misfatto?
120Perchè venimmo a sì perversi tempi?
Perchè il nascer ne desti o perchè prima
Non ne desti il morire,
Acerbo fato? onde a stranieri ed empi
Nostra patria vedendo ancella e schiava, 125E da mordace lima
Roder la sua virtù, di null’aita
E di nullo conforto
Lo spietato dolor che la stracciava
Ammollir ne fu dato in parte alcuna. 130Ahi non il sangue nostro e non la vita
Avesti, o cara, e morto
Io non son per la tua cruda fortuna.
Qui l’ira al cor, qui la pietade abbonda:
Pugnò, cadde gran parte anche di noi: 135Ma per la moribonda
Italia no; per li tiranni suoi.
Padre, se non ti sdegni,
Mutato sei da quel che fosti in terra.
Morian per le rutene 140Squallide piagge, ahi d’altra morte degni,
Gl’itali prodi; e lor fea l’aere e il cielo
E gli uomini e le belve immensa guerra.