Vedi guasta colei che sì meschina
Te salutava allora
Che di novo salisti al paradiso! 95Oggi ridotta sì che a quel che vedi,
Fu fortunata allor donna e reina.
Tal miseria l'accora
Qual tu forse vedendo a te non credi.
Taccio gli altri nemici e l'altre doglie; 100Ma non la più recente e la più fera,
Per cui presso alle soglie
Vide la patria tua l'ultima sera.
Beato te che il fato
A viver non dannò fra tanto orrore; 105Che non vedesti in braccio
L’itala moglie a barbaro soldato;
Non predar, non guastar cittadi e colti
L'asta inimica e il peregrin furore;
Non degl’itali ingegni 110Tratte l'opre divine a miseranda
Schiavitude oltre l’alpe, e non de’ folti
Carri impedita la dolente via;
Non gli aspri cenni ed i superbi regni;
Non udisti gli oltraggi e la nefanda 115Voce di libertà che ne schernia
Tra il suon delle catene e de’ flagelli.
Chi non si duol? che non soffrimmo? intatto