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Pag. 26. (3) Mentre la notizia della rotondità della terra, ed altre simili appartenenti alla cosmografia, furono poco volgari, gli uomini ricercando quello che si facesse il sole nel tempo della notte, o qual fosse lo stato suo, fecero intorno a questo parecchie belle immaginazioni e se molti pensarono che la sera il sole si spegnesse, e che la mattina si raccendesse, altri immaginarono che dal tramonto si riposasse e dormisse fino al giorno. Stesicoro ap. Athenaeum 1. 11. c. 38. ed. Schweigh. t. 4. p. 237. Antimaco ap. eumd. l. c. p. 233. Eschilo l. c. e più distintamente Mimnermo, poeta greco antichissimo, l. c. cap. 39. p. 239. dice che il sole, dopo calato, si pone a giacere in un letto concavo, a uso di navicella, tutto d’oro, e, così dormendo naviga per l’Oceano da ponente a levante. Pitea marsigliese, allegato da Gemino c. 5. in Petay. Uranol. ed. Amst. p. 13. e da Cosma egiziano Topogr. christian. l. 2. ed. Montfauc. p. 149. racconta di non so quali barbari che mostrarono a esso Pitea il luogo dove il sole, secondo loro, si adagiava, a dormire. E il Petrarca si accostò a queste tali opinioni volgari in quei versi, Canz. Nella stagion, st. 3.

Quando vede ’l pastor calare i raggi
Del gran pianeta al nido ov’egli alberga.

Siccome in questi altri della medesima Canzone st. 1. segui la sentenza di quei filosofi che per virtù di raziocinio e di congettura indovinavano gli antipodi.

Nella stagion che ’l ciel rapido inchina
Verso occidente, e che 'l dì nostro vola
A gente che di là forse l’aspetta.