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pa, venendo a parte delle feste, delle maraviglie, del fervore di tutta un’eccellentissima nazione, fatta anche più magnanima della sua natura dalla coscienza della gloria acquistata, e dall’emulazione di tanta virtù dimostrata pur dianzi dai suoi. Per queste considerazioni, riputando a molta disavventura che le cose scritte da Simonide in quella occorrenza, fossero perdute, non ch’io presumessi di riparare a questo danno, ma come per ingannare il desiderio, procurai di rappresentarmi alla mente le disposizioni dell’animo del poeta in quel tempo, e con questo mezzo, 6alva la disuguaglianza degl’ingegni, tornare a fare il suo canto; del quale io porto questo parere, che o fosse maravigli oso, o la fama di Simonide fosse vana, e gli scritti perissero con poca ingiuria. Lettera a Vincenzo Monti premessa alle edizioni di Roma e di Bologna.

Pag. 25. (2) Di questa fama divulgata anticamente, che in Ispagna e in Portogallo, quando il sole tramontava, si udisse di mezzo all’Oceano uno stridore simile a quello che fanno i carboni accesi, o un ferro rovente, quando è tuffato nell’acqua, vedi Cleomede Circular. doctrin. de sublim. 1. 2. c. i. ed. Bake, Lugd. Bat. 1820. p. 109. seq. Strabone 1. 3. ed. Amstel. 1707. p. 202. B. Giovenale Sat. 14. v. 279. Stazio Silv. l. 2. Genethl. Lucani v. 24. seqq. ed Ausonio Epist. 18. v. 2. Floro l. 2. c. 17. parlando delle cose fatte da Decimo Bruto in Portogallo: peragratoque victor Oceani litore, non prius signa convertit, quam cadentem in maria solem, obrutumque aquis ignem, non sine quodam sacrilegii metu, et horrore, deprehendit. Vedi ancora le note degli eruditi a Tacito de Germ. c. 45.