Provveggono i mercati e le officine
Già largamente; ma la speme io certo 255Dirò, la speme, onde visibil pegno
Già concedon gli Dei; già, della nova
Felicità principio, ostenta il labbro
De’ giovani, e la guancia, enorme il pelo.
O salve, o segno salutare, o prima 260Luce della famosa età che sorge.
Mira dinanzi a te come s’allegra
La terra e il ciel, come sfavilla il guardo
Delle donzelle, e per conviti e feste
Qual de' barbati eroi fama già vola. 265Cresci, cresci alla patria, o maschia certo
Moderna prole. All’ombra de' tuoi velli
Italia crescerà, crescerà tutta
Dalle foci del Tago all’Ellesponto
Europa, e il mondo poserà sicuro. 270E tu comincia a salutar col riso
Gl’ispidi genitori, o prole infante,
Eletta agli aurei dì: nè ti spauri
L'innocuo nereggiar de’ cari aspetti.
Ridi, o tenera prole: a te serbato 275È di cotanto favellare il frutto;
Veder gioia regnar, cittadi e ville,
Vecchiezza e gioventù del par contente,
E le barbe ondeggiar lunghe due spanne.