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canto vii. | 66 |
15Di Febo i raggi al misero non sono
In sempiterno? ed anco,
Primavera odorata, ispiri e tenti
Questo gelido cor, questo ch’amara
Nel fior de gli anni suoi vecchiezza impara?
20Vivi tu, vivi o santa
Natura? vivi, e ’l dissueto orecchio
De la materna voce il suono accoglie?
Già di candide ninfe i rivi albergo,
Placido albergo e specchio
25Furo i liquidi fonti. Arcane danze
D’immortal piede i ruinosi gioghi
Scossero e l’ardue selve (oggi romita
Stanza de’ venti): e il pastorel ch’a l’ombre
Meridiane incerte1 e a la fiorita
30Margo adducea de’ fiumi
Le sitibonde agnelle, arguto carme
Sonar d’agresti Pani
Udì lungo le ripe; e tremar l’onda
Vide, e stupì, chè non palese al guardo
35La faretrata Diva
Scendea ne’ caldi flutti, e da l’immonda
Polve tergea de la sanguigna caccia
Il niveo lato e le verginee braccia.