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VI.


BRUTO MINORE.



Poi che divelta, ne la tracia polve1
Giacque ruina immensa
L’italica virtute, onde a le valli
D’Esperia verde, e al tiberino lido,
5Il calpestio de’ barbari cavalli
Prepara il fato, e da le selve ignude
Cui l’Orsa algida preme,
A spezzar le romane inclite mura
Chiama i gotici brandi;
10Sudato, e molle di fraterno sangue,
Bruto per l’atra notte in erma sede,
Fermo già di morir, gl’inesorandi
Numi e l’averno accusa,
E di feroci note
15Invan la sonnolenta aura percote.

     Stolta virtù, le cave nebbie, i campi
De l’inquiete larve