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canto iii. 41

L’estrema ora ti fu. Morte domanda
135Chi nostro mal conobbe, e non ghirlanda3.

     Torna torna fra noi, sorgi dal muto
E sconsolato avello,
Se d’augoscia se’ vago, o miserando
Esemplo di sciaura. Assai da quello,
140Che ti parve sì mesto e sì nefando,
È peggiorato il viver nostro. O caro,
Chi ti compiangeria,
Se, fuor che di se stesso, altri non cura?
Chi stolto non direbbe il tuo mortale
145Affanno anche oggidì, se ’l grande e ’l raro
Ha nome di follia;
Nè livor più, ma ben di lui più dura
La noncuranza avviene a i sommi? o quale,
Se più de’ carmi, il computar s’ascolta,
150Ti appresterebbe il lauro un’altra volta?

     Da te fino a quest’ora uom non è sorto
(O sventurato ingegno),
Pari a l’italo nome, altro ch’un solo,
Solo di sua codarda etate indegno
155Allobrogo feroce, a cui dal polo
Disusata virtù, non da la mia