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canto iii. 39

A i rischi. Ahi ahi, ma conosciuto il mondo
Non cresce, anzi si scema, e assai più vasto
L’etra sonante e l’alma terra e ’l mare
90Al fanciullin, che non al saggio, appare.

     Nostri beati sogni ove son giti
De l’ignoto ricetto
D’ignoti abitatori, o del diurno
De gli astri albergo, e del rimoto letto
95De la giovane Aurora, e del notturno
Occulto sonno del maggior pianeta?2
Ecco svaniro a un punto,
E figurato è ’l mondo in breve carta,
Ecco tutto è simile, e discoprendo,
100Solo il nulla s’accresce. A noi ti vieta
Il vero appena è giunto,
O caro immaginar; da te s’apparta
Nostra mente in eterno; a lo stupendo
Poter tuo primo ne sottraggon gli anni,
105E il conforto perì de’ nostri affanni.

     Nascevi a’ dolci sogni intanto, e ’l primo
Sole splendeati in vista,
Cantor vago de l’arme e de gli amori
Che in età de la nostra assai men trista