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canto ii. 29

Pugnò, cadde gran parte anche di noi:
135Ma per la moribonda
Italia no; per li tiranni suoi.

     Padre, se non ti sdegni,
Mutato se’ da quel che fosti in terra.
Morian per le rutene
140Squallide piagge, ahi d’altra morte degni,
Gl’itali prodi; e lor fea l’aere e ’l cielo
E gli uomini e le belve immensa guerra.
Cadeano a squadre a squadre
Semivestiti, maceri e cruenti,
145Ed era letto a gli egri corpi il gelo.
Allor, quando traean l’ultime pene,
Membravan questa desiata madre,
Dicendo: oh non le nubi e non i venti,
Ma ne spegnesse il ferro, e pel tuo bene,
150O patria nostra. Ecco da te rimoti,
Quando più bella a noi l’età sorride,
A tutto il mondo ignoti,
Moriam per quella gente che t’uccide.

     Di lor querela il boreal deserto
155E conscie fur le sibilanti selve.
Così vennero al passo,