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canto ii. 27


     Ma non per te; per questa ti rallegri
Povera patria tua, s’unqua l’esempio
De gli avi e de’ parenti
Ponga ne’ figli sonnacchiosi ed egri
90Tanto valor che un tratto alzino il viso.
Quale e da quanto scempio
Vedi guasta colei che sì meschina
Te salutava allora
Che di nuovo salisti al paradiso:
95Allor beata pur (qualunque intende
A’ novi affanni suoi) donna e reina;
Ch’or nulla, ove non fòra
Somma pietade assai, pietade attende.
Taccio gli altri nemici e l’altre doglie;
100Ma non la più recente e la più fera,
Per cui presso a le soglie
Vide la patria mia l’ultima sera1.

     Beato te che ’l fato
A viver non dannò fra tanto orrore;
105Che non vedesti in braccio
L’itala moglie a barbaro soldato;
Non predar non guastar cittadi e còlti
L’asta inimica e ’l peregrin furore;
Non de gl’itali ingegni