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canto i. 15

Qual tanto amor le giovanette menti;
90Qual ne l’acerbo fato amor vi trasse?
Come sì lieta, o figli,
L’ora estrema vi parve, onde ridenti
Correste al passo lagrimoso e duro?
Parea ch’a danza e non a morte andasse
95Ciascun de’ vostri o a splendido convito:
Ma v’attendea lo scuro
Tartaro, e l’onda morta;
Nè le spose vi fòro o i figli accanto
Quando su l’aspro lito
100Senza baci moriste e senza pianto.

     Ma non senza de’ Persi orrida pena
Ed immortale angoscia.
Come lion di tori entro una mandra
Or salta a quello in tergo e sì gli scava
105Con le zanne la schiena,
Or questo fianco addenta or quella coscia;
Tal fra le pérse torme infuriava
L’ira de’ greci petti e la virtute.
Ve’ cavalli supini e cavalieri;
110Vedi ingombrar de’ vinti
La fuga i carri e le tende cadute,
E correr fra’ primieri