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14 canto i.

65O tessaliche strette,
Dove la Persia e ’l fato assai men forte
Fu di poch’alme franche e generose.
Io credo che le piante e i sassi e l’onda
E le montagne vostre al passeggere
70Con indistinta voce
Narrin siccome tutta quella sponda
Coprìr le invitte schiere
De’ corpi ch’a la Grecia eran devoti.
Allor, vile e feroce,
75Serse per l’Ellesponto si fuggia,
Fatto ludibrio a gli ultimi nepoti;
E sul colle d’Antela, ove morendo
Si sottrasse da morte il santo stuolo,
Simonide1 salia,
80Guardando l’etra e la marina e ’l suolo.

     E di lagrime sparso ambe le guance,
E ’l petto ansante, e vacillante il piede,
Toglieasi in man la lira:
Beatissimi voi,
85Ch’offriste il petto a le nemiche lance
Per amor di costei ch’al Sol vi diede;
Voi che la Grecia cole, e ’l mondo ammira.
Ne l’armi e ne’ perigli