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XX.
LE RICORDANZE.
Vaghe stelle de l’Orsa, io non credea
Tornare ancor per uso a contemplarvi
Sul paterno giardino scintillanti,
5E ragionar con voi da le fenestre
Di questo albergo ove abitai fanciullo,
E de le gioie mie vidi la fine.
Quante immagini un tempo, e quante fole
Creommi nel pensier l’aspetto vostro
10E de le luci a voi compagne! allora
Che, tacito, seduto in verde zolla,
De la sera io solea passar gran parte
Mirando il cielo, ed ascoltando il canto
De la rana rimota a la campagna!
15E la lucciola errava appo le siepi
E in su l’aiuole, susurrando al vento
I viali odorati, ed i cipressi
Là ne la selva; e sotto al patrio tetto
Sonavan voci alterne, e le tranquille