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XVI.
ALLA SUA DONNA (1)
Cara beltà che amore1
Lunge m’insegni o nascondendo il viso,
Fuor se nel sonno il core
Ombra diva mi scuoti,
5O ne’ campi ove splenda
Più vago il giorno e di natura il riso;
Forse tu l’innocente
Secol beasti che da l’oro ha nome,
Or leve intra la gente
10Anima voli? o te la sorte avara,
Ch’a noi t’asconde, a gli avvenir prepara?
Viva mirarti omai
Nulla spene m’avanza;
S’allor non fosse, allor che ignudo e solo
15Per novo calle a peregrina stanza
Verrà lo spirto mio. Già sul novello
Aprir di mia giornata incerta e bruna,