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canto xv. 109


Che lieti colli e spaziosi campi
M’apri a la vista. Ed io soleva ancora,
Bench’innocente io fossi, il tuo vezzoso
Raggio accusar ne gli abitati lochi,
80Quand’ei m’offriva al guardo umano e quando
Scopriva umani aspetti al guardo mio.
Or sempre loderollo, o ch’io ti miri
Veleggiar tra le nubi, o che serena
Dominatrice de l’etereo campo,
85Questa flebil riguardi umana sede.
Me spesso rivedrai solingo e muto
Errar pe’ boschi e per le verdi rive,
O seder sovra l’erbe, assai contento
Se lena e core a sospirar m’avanza.