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manuale di epitteto - v-xi 89

cosí nella vita, se in cambio di radicette e di chioccioline ti si porgerá una donnicciuola o un putto, niente vieta che tu non lo debba pigliare e godertelo. Ma se il piloto ti chiama, corri tosto alla nave senza voltarti, lasciata stare ogni cosa. E se tu sarai vecchio, non ti dilungherai dal legno gran tratto, per non avere a mancare quando il piloto ti chiami.

[VIII]

Tu non dèi cercare che le cose procedano a modo tuo, ma volere che elle vadano cosí come fanno, e bene stará.

[IX]

La malattia si è un impaccio del corpo, ma non della disposizione dell’animo, solo che esso non voglia. L’essere zoppo si è impaccio della gamba, ma non della disposizione dell’animo. Il simile dirai per ogni accidente che ti sopravvenga. Imperciocché troverai che esso sará di natura da fare impaccio a qualche altra cosa, ma non a te proprio.

[X]

A ciascuna cosa esteriore che ti occorra, rivolgiti sopra te stesso e cerca quale delle facoltá che tu hai, si possa adoperare verso di quella. Se tu avrai veduto un bel garzone o una bella donna, troverai che da poter usare verso di queste cose, tu hai la facoltá della continenza. Se ti occorrerá una fatica da sostenere, troverai la facoltá della tolleranza. Se una villania, la pazienza. E cosí accostumandoti, tu non ti lascerai trasportare dalle apparenze delle cose.

[XI]

Non dire mai di cosa veruna: ‘ io l’ho perduta ’; ma bene: ‘ io l’ho restituita ’. Ti è morto per avventura un