Pagina:Leopardi, Giacomo – Pensieri, Moralisti greci, 1932 – BEIC 1858513.djvu/92

86 moralisti greci

non mediocre, e che di certe delle cose di fuori tu déi lasciare il pensiero al tutto, di certe riservarlo per un altro tempo, e attendere alla cura di te medesimo sopra ogni cosa. Che se tu vorrai ad un’ora procacciare i predetti beni ed anco dignitá e ricchezze, forse che tu non otterrai né pur queste, per lo studio che tu porrai dietro a quelli, ma di quelli senza alcun dubbio tu sarai privo, i quali sono pur cosí fatti, che solo per virtú di essi si può goder beatitudine e libertá.

Per tanto, a ciascuna apparenza che ti occorrerá nella vita, innanzi ad ogni altra cosa avvézzati a dire: ‛questa è un’apparenza, e non è punto quello che mostra di essere’. Di poi togli ad esaminarla e farne saggio con quegli espedienti che tu sai, e prima e massimamente con vedere se ella appartiene alle cose che sono in nostra facoltá, ovvero a quelle che non sono. Ed appartenendo a quelle che non sono, abbi apparecchiata in tuo cuore questa sentenza: ‛ciò a me non rileva nulla’.

[II]

Sovvengati che l’intento dell’appetizione si è il conseguire ciò che ella appetisce, e l’intento dell’aversione il non incorrere in ciò che ella fugge. E colui che non ottiene quel che appetisce, è senza fortuna; colui che incorre in quel ch’egli schifa, ha cattiva fortuna. Ora se l’animo tuo non ischiferá se non solamente, delle cose che sono in nostro potere, quelle tali che saranno contro natura, non ti avverrá d’incorrere in cosa alcuna alla quale tu abbi contrarietá. Ma se egli sará vòlto a schifare i morbi, la povertá, la morte, tu avrai cattiva fortuna.

Astienti dunque dall’aversione rispetto a qual si sia cosa di quelle che non sono in nostro potere, e in quella vece fa’ di usarla rispetto alle cose che, nel numero di quelle che sono in tua facoltá, si troveranno essere contro natura. Dall’appetizione tu ti asterrai per ora in tutto. Perciocché se tu appetirai qualcuna di quelle cose che non dipendono da noi, tu non