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pensieri - lxxv-lxxvi 45

timore che ispirano agli uomini. Cosí Napoleone fu amatissimo dalla Francia, ed oggetto, per dir cosí, di culto ai soldati, che egli chiamò carne da cannone, e trattò come tali. Cosí tanti capitani che fecero degli uomini simile giudizio ed uso, furono carissimi ai loro eserciti in vita, ed oggi nelle storie fanno invaghire di sé i lettori. Anche una sorte di brutalitá e di stravaganza piace non poco in questi tali, come alle donne negli amanti. Però Achille è perfettamente amabile: laddove la bontá di Enea e di Goffredo, e la saviezza di questi medesimi e di Ulisse, generano quasi odio.

LXXV.

In piú altri modi la donna è come una figura di quello che è il mondo generalmente: perché la debolezza è proprietá del maggior numero degli uomini; ed essa, verso i pochi forti o di mente o di cuore o di mano, rende le moltitudini tali, quali sogliono essere le femmine verso i maschi. Perciò quasi colle stesse arti si acquistano le donne e il genere umano: con ardire misto di dolcezza, con tollerare le ripulse, con perseverare fermamente e senza vergogna, si viene a capo, come delle donne, cosí dei potenti, dei ricchi, dei piú degli uomini in particolare, delle nazioni e dei secoli. Come colle donne abbattere i rivali e far solitudine dintorno a sé, cosí nel mondo è necessario atterrare gli emuli e i compagni, e farsi via su pei loro corpi: e si abbattono questi e i rivali colle stesse armi; delle quali due sono principalissime, la calunnia e il riso. Colle donne e cogli uomini riesce sempre a nulla, o certo è malissimo fortunato, chi gli ama d’amore non finto e non tepido, e chi antepone gl’interessi loro ai propri. E il mondo è, come le donne, di chi lo seduce, gode di lui, e lo calpesta.

LXXVI.

Nulla è piú raro al mondo, che una persona abitualmente sopportabile.