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una quantitá di politici, filosofi eco. ci stanno da garzoni, e lavorano il giorno e la notte a farmi il sorbetto e altre cose ghiacciate, che mi piacciono sommamente e mi giovano moltissimo.

Galantuomo. Vostra Eccellenza non ama il caldo?

Mondo. Dio mi scampi dal caldo. Quand’era giovane, andava alla bottega della natura dove stavano i poeti (ma quei poeti d’allora) e gli altri scrittori magnanimi, che tutti facevano all’amore con lei, perch’è stata sempre una bellissima ragazza. E questi mi davano certe bolliture e certi spiriti che mi mettevano il fuoco nelle ossa. Il fatto sta ch’io veniva nerboruto, svelto, leggero, asciutto come un tisico, non istava mai fermo, faticava e sudava come una bestia, sognava mille scempiaggini e non credo che passassi due giornate nello stesso modo. Finalmente ho conosciuta la veritá delle cose, e pigliato il vero partito. Non mi levo piú da sedere, non vorrei muovere un dito per tutto l’oro della terra, non fo piú niente, ma invece penso tutto giorno, e trovo cento belle cose; e di tutte le mie giornate non c’è una che differisca dalla precedente. Cosi godo una salute perfettissima, ingrasso sempre piú, anzi mi si gonfia sino la pancia e le gambe. Certa gente malinconica grida ch’io scoppierò, ma prima essi morranno di mal sottile, o s’infilzeranno il cuore. Dunque la prima cosa ch’io voglio è che tu debba far tutto quello che fanno gli altri. La seconda che ti debba scordare affatto della natura.

AGGIUNTA

Mondo. Vediamo adesso se tu capisci niente di quello ch’io ti dico. In materia de’ tuoi pregi o difetti, come pensi di averti a contenere verso gli altri ?

Galantuomo. Dissimulare i pregi ch’io stimo d’avere; condurmi sempre modestamente; e se ho qualche difetto o corporale o intellettuale, confessarlo in maniera che gli altri mi compatiscano; e in somma non arrogarmi nessuna cosa, massimamente dove so di non aver merito.

Mondo. Bravo, bravissimo. Va’ via che sarai fortunato come il cane in chiesa. M’avvedo bene che la porta del tuo cervelluccio è piú stretta del bocchino di una smorfiosa, e a volere che gl’insegnamenti miei ci possano entrare, bisogna ch’io ti parli piú chiaro del mezzogiorno. Dunque sappi che quando io fui d’etá