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abbozzi e frammenti - i. frontone 329


Inguantato, non insito fuor di luogo, sconvenienza, italiani, scienze, trecentisti antichi ecc. piú sensibile assai l’affettazione di parole nelle prose: in versi, appena per la preparazione. Toscani, accompagnamento di parole note. Complesse, la stessa lingua ecc. suono della frase ecc. italiano.

Se riprende in Cicerone la copia, che cosa loda in lui, che pur tanto loda, chiamandolo «summum supremumque os», ecc.

Maggiore ricchezza di lingua in chi l’ha studiata che in chi l’ha naturale. Luciano, Isocrate, onde in molti scrittori greci attici si trova frequentissimo uso di certe parole in ciascuno che pare una certa povertá. Dionigi alicarnasseo εἰ μὲν, νῦν δέ.

Moreto. Trasferire dalla sentina, spurgatoio, mondezzaio. Ci figuriamo questo sapore, ma non lo sentiamo.

Dal discorso di Luciano, atticismo ecc. si passi a dire per la prima volta che parimente Frontone dée essere affettato.

Asprezza. Familiaritá. Bambini. Figurarsi sapere non sentire. Tutto par nobile, tutto è strano, né anche dotti ci adattiamo sin dal cominciare a leggere a sentir cose nòve. Forse cerchiamo nel Dizionario ecc.? Proverbi. Cicerone, Terenzio, Lasca. Immaginiamo, non sentiamo. Anche la lingua francese, chi non la parla, né l’ha parlata che di rado, non si sente familiare, benché si sappia. — Plutarco. Da questo all’affettazione o fluiditá. Luciano, Atticismo, Cinquecentisti. Probabile che Frontone sia affettato. Parola antiquata al tempo di Cicerone. Tuttavia con ragione cercava l’antichitá, ma forse non lo facea perfettamente. Sofisticherie: altra somiglianza con gli ottocentisti. Lettere greche.

Frontone non lussureggia soverchiamente; ma certo il carattere delle sue opere presenti non si può di gran lunga dire che sia quella sobrietá e precisione e semplicitá stretta degli attici, e astenersi per lo piú dagli ornamenti ecc.; e insomma quella robusta secchezza e schiettezza attica; anzi vi si vede piuttosto della grassezza e degli ornamenti sufficienti, e copia cosí di cose o di pensieri come di parole, e dolcezza, e mollezza e pinguedine ec.

Dum enim italicam linguam quaqua possum excolo, penitiora eius etc. abditissima etc. latinae quoque linguae penitus investigandae tempus et vires et animus deficiunt. Accipe haec igitur uti sunt inelegantia, in quibus si utililatem non desideres, elegantiam quaeras facile patiar.

Verum a perficiendo opus tum rei diurnitas et fastidium tum prorsus immutata studiorum ratio, præterea multa vitae meae incommoda me ut hactenus deterruerunt, ita semper ut puto deterrebunt.