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272 sopra lo stato presente

uomini primitivi; dalla superstizione, dalla viltá e codardia crudele e sanguinaria; dall’inerzia e timiditá ambiziosa, intrigante e oppressiva; dalla tirannide all’orientale, inquieta e micidiale, dall’abuso eccessivo del duello, dalla feudalitá dal baronaggio e dal vassallaggio, dal celibato, volontario o forzoso, ecclesiastico o secolare; dalla mancanza d’ogni industria e deperimento e languore dell’agricoltura; dalla spopolazione, povertá e fame, peste, che seguivano ad ogni tratto da tali cagioni; dagli odii ereditarii e di famiglia; dalle guerre continue e mortali e devastazioni a incendi di cittá e di campagna tra re e baroni, re e sudditi, baroni e baroni, baroni e vassalli, cittá e cittá, fazioni e fazioni, e suddivisioni di partiti, famiglie e famiglie, dallo spirito non d’eroismo ma di cavalleria e d’assassineria; dalla ferocia non mai usata per la patria né per la nazione; dalla total mancanza di nome e di amor nazionale patrio, e di nazioni; dai disordini orribili nel governo, anzi dal niun governo, niuna legge, niuna forma costante di repubblica e amministrazione, incertezza della giustizia, de’ diritti, delle leggi, degl’instituti e regolamenti, tutto in potestá e a discrezione e piacere della forza, e questa per lo piú posseduta e usata senza coraggio, e il coraggio non mai per la patria e i pericoli non mai incontrati per lei, né per gloria, ma per danari, per vendetta, per odio, per basse ambizioni e passioni, o per superstizioni e pregiudizi; i vizi non coperti d’alcun colore, le colpe non curanti di giustificazione alcuna, i costumi sfacciatamente infami anche ne’ piú grandi e in quelli eziandio che facean professione di vita e carattere piú santo, guerre di religione, intolleranza religiosa, inquisizione, veleni, supplizi orribili verso i rei veri o pretesi, o i nemici, niun diritto delle genti, tortura, prove del fuoco, e cose tali. Da questo stato ci ha liberati la civiltá moderna; da questo, di cui sono ancora grandissime le reliquie, ci vanno liberando sempre piú i suoi progressi giornalieri; da’ suoi effetti e da suoi avanzi e dalle opinioni che li favoriscono procura e sforzasi di liberarci la nuova filosofia, nata, si può dire, non ancor sono due secoli, e intenta propriamente a termi-