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dei costumi degl'italiani 269

fra le nazioni civili, anche le piú distanti. È impossibile nominare o descrivere un difetto e un inconveniente proprio d’una nazione in generale, che non si trovi o al tutto uguale o con poca differenza e modificazione in ciascun’altra. Io non intendo dunque di attribuire all’Italia esclusivamente gl’incomodi che ho detti. Sono ben lontano dall’immaginarmi un mondo diverso e piú bello del nostro ne’ paesi remoti da’ miei occhi. In particolare poi, dovunque v’ha societá, quivi l’uomo cerca sempre d’innalzarsi, in qualunque modo e con qualunque sia mezzo, colla depressione degli altri, e di far degli altri uno sgabello a se stesso (o trattisi di parole o di fatti); e l’amor proprio in nessun paese è scompagnato dall’avversione comunque sentita e dalla persecuzione comunque esercitata verso i propri simili, e massime verso quelli con cui si convive e che ci toccano piú da presso o con gl’interessi o con l’uso quotidiano. E questo accade piú che mai ne’ popoli civili e oggi piú che in qualunque altro tempo, essendo riconosciuto per caratteristico di questo secolo, e per necessaria conseguenza delle opinioni e dello stato presente dei popoli, quel genere di amor proprio che si chiama egoismo, il pessimo di tutti i generi. Ma oltre che le modificazioni dei difetti e inconvenienti umani e sociali possono essere differenti come ho detto, vi si dá anche il piú e il meno, e di essi altro può esser dominante e principale in un luogo, ed altro in un altro. Quello dunque che io intendo di dire si è che gli accennati inconvenienti, per le cagioni e circostanze nostre specificate, sono maggiori qui che altrove, sono i dominanti in Italia, di peggior natura, piú efficaci, piú gravi, piú estesi e frequenti e divulgati, piú dannosi, piú caratteristici e distinti nella nostra societá e nella nostra vita che altrove.

Si vede dalle sopraddette cose che l’Italia è, in ordine alla morale, piú sprovveduta di fondamenti che forse alcun’altra nazione europea e civile, perocché manca di quelli che ha fatti nascere ed ora conferma ogni dí piú co’ suoi progressi la civiltá medesima, ed ha perduti quelli che il progresso della civiltá e dei lumi ha distrutti. Sí per l’una parte è inferiore